Il fasciatoio è asessuato, ma non Italia
Ci sarà il fasciatoio? Questa è la prima domanda che, ultimamente quando vado in locali pubblici, mi faccio. I dettagli che fino a qualche anno fa, non consideravo, sono diventati fondamentali.
E la risposta, in un paese normale, dovrebbe essere: ovvio!
Ma vi sbagliate.
Mi è capitato spesso di dover cambiare il pannolino ai miei bimbi direttamente sul carrettino facendo mille acrobazie e va beh, nulla di trascendentale, ma perchè?!
Ci siamo accorti, io e il mio compagno, di quanto, invece, ci sia molta attenzione a questo dettaglio durante le nostre ultime vacanze in Alto Adige. Per esempio nelle varie soste a rifugi, baite, bar abbiamo piacevolmente scoperto c’era sempre il fasciatoio e, spesso, nell’antibagno.
Già perchè la vera figata è proprio questa: la possibilità di cambiare un pannolino senza occupare un bagno, ma soprattutto permettere a un babbo di nettare il culetto di suo figlio, non è romantico?!
Io questa cosa che il fasciatoio, se c’è, sia per forza nel bagno femminile mi fa salire sempre un po’ di nervosismo.
E il problema non riguarda solo il nostro paese, ma il mondo intero. Poi certo gli altri lanciano campagne con personaggi famosi, hashtag sui social per sensibilizzare e i leader del settore di produzione di pannolini tirano fuori i soldi e investono .
Ma in Italia no. Perché?
Proprio come avevo letto nell’articolo di Simona Sirianni su Vanity Fair: Fasciatoi nei bagni pubblici degli uomini: in arrivo 5mila (ma non in Italia)
Che poi non so voi, ma il mio compagno è un pulitore professionista, spesso ho paura che gli sbarbi l’epidermide da come è accurato!
Quindi se questi babbi son così bravi a pulire le chiappette dei piccini, lasciamoglielo fare in tranquillità e libertà!
Amici commercianti, ristoratori, proprietari di esercizi pubblici, ci volete aiutare? Veniteci incontro, è piuttosto semplice:
Cosa vogliamo? Un fasciatoio!
Dove lo vogliamo? In bagno!
Chi ci può accedere? Chiunque!
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