Amicizia. Che valore date a questa parola?

Riflessioni sparse su come affrontare noi stessi e gli altri

L’amicizia è un valore fondante della vita di ognuno di noi. Bene, è ovvio,quasi al limite delle frasi scontate. Il problema nasce quando succede che il concetto che stiamo cercando di mettere in pratica nella vita quotidiana non corrisponde a ciò che ci aspettiamo

Mi chiedo spesso che cosa significhi per me amicizia.

Ho anche la convinzione di saperla declinare a seconda del mio essere amica, però c’è sempre quel tarlo che scava in un orecchio e non mi abbandona.

Le mie statistiche personali, che quindi contano poco, è che in buona parte siamo circondati da buoni amici (e meno male direi) e poi esiste per tutti una piccola percentuale di persone che ci deludono.

Di solito quando mi accade cerco di guardarmi intorno, parlare con gli altri, per capire se sono io o il mondo è uniformemente distribuito di episodi spiacevoli.

Quello che mi sorprende è che la forza degli episodi negativi è così potente da offuscare tutto il bello che attraversa la nostra esistenza.

Qualche tempo fa pensavo che fosse appannaggio solo di una stagione della vita, quella fatta dalle amicizie instabili, che crescendo, avrebbero o mollato o si sarebbero consolidate.

Ma devo dire che la mia era una considerazione da 4 soldi bucati, abbandonata di fronte all’evidenza che non è una questione di età.

E allora che cosa è che spinge le persone a buttare una amicizia alle ortiche?

I casi possono essere molti: un litigio, un’incomprensione, i silenzi prolungati, le assenze, le bugie, una parola di troppo, la lontananza, gli stili diversi di vita, il tempo, le abitudini, la noia, un amore, un fidanzamento.

Potrei andare avanti per una pagina intera con il campionario che comprende almeno una parola che descrive quello che accade a tutti.

Ma io non sono alla ricerca di una motivazione, se dovessi stare dietro a queste sarei già morta dalla voglia. A distanza di anni, ancora mi sogno delle persone chiedendo “Come mai? Come è potuto succedere?”.

Sto cercando invece di capire come è che si ristabilisce un equilibrio con sé stessi quando accadono cose che spiazzano in amicizia. Io di solito, poi, rimango in botta per 3 giorni. Sono io che sono cocciuta oppure devo solo capitolare di fronte al fatto che ho affinità con le persone quanto basta.

Non è che poi una volta che manifestano la loro reale personalità, rimango di sasso perché non corrisponde all’idea che mi ero fatta?

Quindi il problema non è tanto se sono o no amicizie vere, ma l’idea che mi faccio io del rapporto che ho con le persone.

Arrivare a questa consapevolezza mi farà passare quella sensazione di malessere che provo oppure è solo una buona considerazione filosofica che non lenisce le mie crepe? Io propendo per la seconda.

E queste sono solo le mie chiacchiere, perché se consideriamo una persona amica, non ci sarà mai nessun ragionamento logico per non soffrirne.

Cercate allora di volervi bene!

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