Il razzismo c’è ed è fra noi, vi offendete se lo dico?

Allora vuol dire che o mentite o siete tra i pochi solidali rimasti

Il razzismo c’è in Italia. E chi nega che sia così è un bugiardo.

Non ci credete? Partiamo da quanto accaduto ieri a Firenze.

Giorno di lutto cittadino per la morte di Idy Diene, un senegalese ucciso su Ponte Vespucci. Da chi? Ma da un signore fiorentino, amante delle armi, depresso (così dicono) e che si è giustificato dicendo che voleva suicidarsi ma non ha avuto il coraggio. Così senza pensarci si è sfogato su Idy. La Procura sostiene che non ci sia il movente razzista. Sarà, ma ci credo poco.

Durante il lutto cittadino, era stato chiesto che alle 11:50, Firenze si fermasse per ricordarlo. I negozi erano quasi tutti aperti, serrande alzate, incuranti del momento di raccoglimento che era stato chiesto alla città.

E’ pur vero che sabato una bella manifestazione si era svolta proprio in città per ricordare Idy e dire no al razzismo, ma non è che siamo rimasti solo quelli lì che erano in piazza? Me lo chiedo spesso.

Non siete convinti che ci sia il razzismo in Italia? Guardate se digitate su google le due parole “razzismo e Facebook”

razzismo e Facebook

Continuate a minimizzare?

Non sono qua per propinarvi un elenco acchiappa letture. Tipo: “I dieci motivi per cui si diventa razzisti”. Ma voglio cercare conforto in tutti coloro che avranno voglia di partecipare alla mia riflessione.

Si, perché ormai mi sento circondata solo da poche persone solidali. Uno di questi giorni, parlandone in casa, il mio fidanzato mi ha detto: “Ma perché ci affanniamo a difendere l’idea che siamo tutti uguali? Lo vedi che cosa pensa la maggior parte delle persone”. Ecco anche lui, disilluso e disarmato. Quasi come se mi stesse dicendo che siamo sconfitti.

E per questo sto cercando qualcuno che mi smentisca, che mi dica che non è così e che mi sbaglio.

Il razzismo c’è eccome. Ce l’abbiamo con il vicino di casa algerino, con i cinesi che lavorano h24, con i neri che ciondolano nelle vie delle nostre città, con i senegalesi che cercano di sbarcare il lunario vendendo ombrelli, con quelli dei 35 euro (che ancora mi domando come è possibile che si faccia confusione tra quanto viene corrisposto alle organizzazioni che se ne occupano e le tasche dei migranti accolti), a quelli che ci rubano la casa popolare, e con tutti gli altri che portano le malattie.

L’elenco può essere infinito, soprattutto quando si vivono momenti in cui la necessità primaria è quella di attribuire le colpe di qualsiasi cosa accada e ci circondi all’altro.

Il razzismo ha inquinato le menti di molte persone.

Sorella e razzismo: un connubio difficile da credere

Ve ne racconto un paio di quelle che hanno rafforzato in me l’idea che siamo davvero rimasti in pochi a non essere xenofobi.

Il contesto non era certo di quelli che lasciano pensare che si possano sentire discorsi che alludono a uno strisciante razzismo.

Un gruppo di donne, eterogeneo per età e al 90% convintamente femminista e votato alla causa della sorellanza.

Prima cosa che sento: “E prima non ce ne erano mica così tanti. Per questo ora se ne sentono sempre di più”. Non sto zitta e dico la mia. Mi guardano un po’ tutte sbigottite per il fatto che me la sia presa così a male.

L’altra invece, sempre affine a quel mondo di cui parlavo prima, a parte la fissa per la propria vanità, per il “prima gli italiani”, si spertica in dissertazioni sul fatto che “se un nero ammazza un donna italiana non se ne parla, ma quando un bianco uccide un nero tutti a parlare di razzismo”.

Ora io non so se sta gente legga un quotidiano ogni tanto, veda un telegiornale, ma non mi pare che le cose stiano proprio così.

E allora mi volete dire che speranza abbiamo??

E scusate il francesismo, ma sorellanza sto cazzo se poi vorremmo vedere tutti morti quelli che sono diversi da noi.

8 Comments

  1. giulia

    15 Marzo 2018 at 12:37

    che follia.mi ritengo fortunata ad essere da sempre cresciuta fin dalla scuola elementare in compagnia di stranieri, e nella mia testa la parola “diverso” proprio non ci entra nemmeno, siamo tutti uguali, di qualsiasi colore. e sulla stessa barca che è un mondo che ci esclude per primo nei momenti di difficolta’. è triste che nonostante tutte le manifestazioni di affetto una città come Firenze abbia fatto passare il lutto cittadino con tale indifferenza.

  2. Alessandra

    15 Marzo 2018 at 13:26

    Hai ragione…È inutile nasconderlo siamo razzisti… Il nostro è un Paese ancora molto indietro sul capitolo integrazione.Ti faccio un esempio: mio cognato ha sposato una ragazza albanese. Di solito quando diciamo che è albanese… Dopo due secondi TUTTI noi della famiglia diciamo: ‘Comunque è da tanto che vive in Italia’ come se dovessimo giustificare la sua origine. Invece dovremmo dire: è albanese PUNTO.

  3. vieniviadiqui

    15 Marzo 2018 at 13:45

    Hai ragione. Il razzismo è altissimo ed è evidente dagli ultimi accadimenti politici e sociali. Io però ci spero ancora… forse abbiamo bisogno di passare anche da questo momento di instabilità per poi creare una società diversa. È stato così negli altri paesi, è stato così da noi per le donne. La strada è lunga e tortuosa ma non bisogna mai smettere di crederci e di mettersi dalla parte giusta. Io tendo a non parlare mai di queste cose ma una volta un ragazzo mi ha detto che in quella piscina non ci andava perché era piena di marocchini e terroni (io sono calabrese e vivo in Emilia), quando si è accorto della gaffe mi ha chiesto scusa e io ho risposto che sono felice di essere terrona e che coi marocchini ci sto benissimo!

  4. Sabrina

    15 Marzo 2018 at 15:50

    Il razzismo c’è ed è palpabile in ogni momento della giornata perché in fondo abbiamo tutti paura del diverso. Perché in fondo abbiamo paura di mostrarci per quello che realmente siamo.

  5. khadibio

    18 Marzo 2018 at 20:18

    Volontariamente ho scelto la diversità.
    Prima è diventato diverso il cuore, sono diventata musulmana leggendo un libro.
    Poi è diventata diversa la parola, ho iniziato a dire alla gente di essere musulmana, tutti cambiavano discorso, facevano finta di niente, mi ignoravano.
    Poi è diventato diverso l’aspetto perché ho indossato il velo.
    Di colpo mi si sono chiuse tutte le porte che prima erano spalancate. Di colpo gli impiegati comunali, quelli del catasto, le infermiere e i medici hanno iniziato a darmi del tu, a guardarmi con sufficienza, a scanzarmi. Non sono diventata semplicemente diversa e “straniera”. Da professionista che ero, per loro sono diventata sguattera, mendicante e peggio ancora ladra, disonesta, pericolosa.
    Ma io sono sempre la stessa e in più ho anche trovato la verità che cercavo e la mia realizzazione spirituale.
    Si parla tanto di politiche d’integrazione nei confronti degli stranieri, in realtà che tu sia integrato o no a nessuno importa se hai la pelle scura, un passaporto di colore diverso, un velo sulla testa, sulla faccia o sui piedi. Devi avere la pelle dello stesso colore degli altri, devi indossare lo stesso tipo di vestito che indossano gli altri, non puoi avere un accento africano o asiatico, ma chissà perché se ce l’hai ammericano va bene e sei pure trendy.
    So che l’Italia è solo un piccolo Paese, che il mondo è grande, enorme, e che io lo abito davvero, mentre tanti miei connazionali hanno invece deciso di vivere in una caverna buia e non vogliono uscirne. Beh… peggio per loro ; )
    Non è facile andare avanti. Ci sono momenti davvero duri.
    Mi basterebbe un gesto per essere di nuovo ciò che ero, accettata e apprezzata da tutti. Mi basterebbe cambiare vestito. Che banalità!
    Penso a chi non è accettato per il colore della pelle, il passaporto, l’accento straniero, il codice fiscale e che non può cambiare nulla di tutto questo.
    Penso a quanto mi ha dato trovarmi dall’altra parte della barricata, in questo momento storico, a quanto indossare un vestito diverso ha cambiato la mia percezione delle cose e la percezione che gli altri hanno di me.
    E sono contenta di essere dall’altra parte.
    Non ho bisogno di onori, incarichi e soldi. Ho solo bisogno di essere me stessa e che la mia scelta venga rispettata, ma, evidentemente, in Italia, chiedo troppo : )

    1. admin

      19 Marzo 2018 at 9:31

      Grazie mille per averci raccontato la tua esperienza. Spero davvero che un giorno possa tornare tutto come prima, anzi guarda te lo auguro e lo auguro anche a tutti noi! Una società rancorosa e piena di paure non porterà a niente, se non che ci allontaneremo tutti sempre di più attanagliati dalla legge del sospetto.

  6. Lucy The Wombat

    21 Marzo 2018 at 8:35

    Da quando frequento WordPress leggo cose agghiaccianti. Quindi grazie per questo post in controtendenza. <3

    1. admin

      21 Marzo 2018 at 14:14

      Grazie a te!

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