Figlie: non si smette mai di esserlo. E vale anche per me

Gioie e dolori della vita familiare

Figlie, femmine e per di più uniche. Eccomi qua, presente.

Spesso mi sono sentita dire che avrei potuto fare tutto, tanto ero la prediletta, che mi sarei potuta permettere capricci che mi sarebbero stati concessi. Che qualsiasi cosa volessi me l’avrebbero data, tanto si sa che le figlie uniche sono tutte viziate. Insomma tutti gli stereotipi possibili. Ma su uno mi sono sempre interrogata: che figlie si rimane per sempre.

Una formula per dire che quel legame lì non si spezzerà mai. Un decennio fa questa cosa mi infastidiva, mi sembrava quasi che il cordone ombelicale fosse ancora lì. Come, io che ho grandi progetti per me stessa, sarò sempre la loro bambina? Impossibile.

Poi passa il tempo, le grandi cose non arrivano, anzi solo beghe, assunzioni di responsabilità e accettazione delle conseguenze. Scommesse di lavoro, con i genitori che ti guardano straniti, ma sempre amorevoli. Della serie non capisco dove stai andando a parare, ma ci sono. Quindi capisco che questa cosa dell’essere figlie per sempre non è poi così male, ed è proprio naturale.

Come sempre però accade qualcosa, che ti riporta con i piedi per terra, anzi meglio dire con il culo per terra. E rimetti di nuovo tutto in discussione.

E’ possibile pensare di essere figlie, per sempre, grandi e adulte e perciò pronte a dover accettare tutto da parte dei genitori.

La risposta non la so, o meglio direi subito di no, poi ci penso e non so più.

E quando è che smettiamo di essere figlie e cominciamo ad essere genitori dei genitori? Vi è mai accaduto?

Figlie 2.0 o figlie come tutte le altre?

Nel mio caso, sto affrontando una situazione che non mi sarei aspettata. O almeno a 33 anni avrei pensato di starmene bella tranquilla. In poche parole, senza entrare nel dettaglio, c’è una crisi familiare in corso. Bene, ci si rimbocca le maniche e si vede come fare.

Dopo due secondi, questo pensiero svanisce, il cuore comincia ad andare per conto proprio, le lacrime sgorgano e il respiro si fa affannoso. Ti sembra di stare su una giostra che ti fa girare la testa e vorresti scendere. Ma non si può. O no?

Eppure ti dici che sei grande, no aspetta, adulta. Che non vivi nemmeno più sotto lo stesso tetto. E allora perché ti preoccupi? Non è mica più la tua vita, ormai ne stai costruendo una tua.

Sono tutte cazzate, perché non è vero che se si è figlie grandi si possa capire qualsiasi cosa. Che si riesca a chiudere quella porta come se non ci fossero mai stati.

Poi il tempo ci passerà sopra, si proprio così, lo schiaccerà, ti sembrerà anche che non sia mai avvenuto. Ma questo momento non arriva subito e soffri. Si, soffri, sembra che ti abbiano spezzato il cuore e non sai come rimettere i pezzi insieme. Dice che deve andare così, ma che fatica essere figlie.

 

Perché figlie si rimane sempre, non solo per voi, ma anche per noi. Come in quella foto con il vestito da Arlecchino.

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