Berlingaccio: ecco come si chiama giovedì grasso a Firenze
Breve storia di una tradizione di carnevale
Il Berlingaccio lo si conosce solo a Firenze. Ma non è altro che un modo diverso di chiamare il giovedì grasso. Ovvero l’ultimo giovedì prima della fine del carnevale.
La Garzanti lo definisce proprio così: (region. tosc.) giovedì grasso in Toscana | la maschera rubiconda che lo rappresenta
Etimologia: ← forse deriv. dell’ant. Berlengo ‘tavolo da gioco’.
E proprio a tavola si consuma questa festa.
Fin da piccola ho sempre sentito: “Oggi l’è Berlingaccio, chi non ha ciccia ammazzi il gatto”.
Ora, in questi tempi moderni, dove impera il politically correct, o l’animalismo più sfegatato, potrà sembrarvi una roba un po’ forte. Ma si diceva così, non posso mica censurarlo!
Alla fine è una festa del buon cibo, dei dolci e della carne. Quest’attenzione alla tavola derivava proprio dal fatto che ci sono stati periodi in cui la disponibilità alimentare era ben più limitata di quella di oggi. E i poveri non avevano niente per festeggiare neppure il Berlingaccio.
E visto che alle porte c’era la Quaresima, l’invito di mangiare a crepapelle era una sorta di bagordo prepenitenza.
“È questo il dì che gioia al cuor dispensa, con urli, strida, balli e lauta mensa”
Berlingaccio: la tradizione a tavola
Cosa bisognerebbe allora fare per cena stasera?
Polpette al sugo, almeno la mia nonna faceva così.
Il berlingozzo, un dolce che deriva proprio dalla parola Berlingaccio
Ingredienti: 4 uova, 300 g. di zucchero, 400 g. di farina, 100 g. di burro, una bustina di lievito, un bicchiere di latte, semi di anice, un pizzichino di sale.
Preparazione: Sciogliere il burro nel latte, unire i tuorli delle uova, lo zucchero, la farina e la bustina di lievito, mescolare il tutto molto bene, quindi aggiungere gli albumi montati a neve con il pizzichino di sale. Versare in una teglia per ciambelle ben unta di burro. Mettere in forno e far cuocere per 45 minuti a 180°.
Anche se ormai è surclassato dalla più ben nota e conosciuta schiacciata alla fiorentina
E poi aggiungete quello che vi piace di più, perché se dopo fate un fioretto, per quaranta giorni ne dovrete fare a meno!
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